In ambito internazionale la ricerca in ambito energetico viene sempre più condizionata dalle inevitabili ripercussioni climatiche e ambientali legate all’utilizzo eccessivo dei combustibili fossili e quindi ad una concreta tendenza verso la decarbonizzazione e l’utilizzo di rinnovabili. Importante in questo senso la costituzione dell’Unione per l’Energia, sfociata nel dicembre 2015 nella ratifica dei cosiddetti Accordi di Parigi (siglati a margine del COP21), secondo i quali attività strettamente legate ad una produzione energetica più environmentally friendly, si devono accompagnare a necessità di sviluppo di sistemi innovativi di accumulo (elettrico, termico e chimico) e a mezzi di efficientamento energetico sempre più efficaci per tendere in un arco temporale di pochi lustri alla decarbonizzazione globale del sistema energetico mondiale e, di conseguenza, anche nazionale. E’ necessario quindi mutare il sistema energetico non solo promuovendo una maggior penetrazione delle rinnovabili propriamente dette, ma anche puntando ad un utilizzo efficiente dell’energia e ad una progressiva decarbonizzazione dei combustibili privilegiando biocombustibili e combustibili alternativi come l’idrogeno e prevedendo il recupero e l’utilizzo della CO2 emessa.
In questo panorama, la chimica e la scienza dei materiali giocano un ruolo fondamentale, riconosciuto e indicato a livello mondiale anche dalla IEA nei suoi recenti documenti strategici ed analitici, per la comprensione dei meccanismi, la realizzazione e l’upscaling di processi e prodotti in grado di guidare un sistema energetico ancora fortemente legato ai combustibili fossili verso un nuovo paradigma più rispettoso di uomo e ambiente ed in grado, tuttavia, di garantire il tenore di vita ormai acquisito (o in via di acquisizione).
Le attività DSCTM in questa area strategica, si focalizzano su 4 linee principali:
- Fotovoltaico di terza e quarta generazione (organico e ibrido)
- Idrogeno e celle a combustibile
- Processi e tecnologie di utilizzo delle biomasse
Risulta chiaro come in queste aree tematiche sia importante l’apporto della scienza dei materiali e della chimica nello sviluppo di dispositivi efficienti e sostenibili. Nei combustibili solari (solar fuels) le attività considerano tutti i diversi meccanismi (e quindi i dispositivi) secondo cui acqua e anidride carbonica, inseguendo il sogno di realizzare in laboratorio quanto accade in natura col processo fotosintetico, possono essere trasformati in combustibili: da elettrolisi di acqua o co-elettrolisi con CO2 utilizzando energia proveniente da rinnovabili, fino alla conversione fotocatalitica.
Per i dispositivi fotovoltaici di terza e quarta generazione, l’attività è volta all’accurata conoscenza della chimica dei materiali e dei processi di produzione e deposizione, collegata a modellazione e studio meccanicistico dei fenomeni di trasporto eccitonico ed elettronico coinvolti. Di rilievo le attività collegate allo sviluppo di (i) celle fotovoltaiche organiche (OPV), con studi sia dell’influenza di piccole molecole che di polimeri adeguati così come di tecniche di produzione sempre più performanti, a larga scala e a basso costo e controllo prestazionale multilivello; (ii) dye sensitized solar cells (DSSCs), sia in termini di modeling che di sviluppo di materiali e processi per la deposizione di strati nanostrutturati, dello studio di coloranti innovativi e di tecniche elettrochimiche avanzate di analisi e validazione. Le attività sulle perovskiti alogenuro organiche sono focalizzate sul modeling computazionale e sullo studio e caratterizzazione di nuovi materiali.
Nell’area legata all’economia dell’idrogeno, le attività, si focalizzano sull’intera filiera che comprende produzione, immagazzinamento ed utilizzazione di questo vettore energetico. Di livello internazionale sono i gruppi che studiano la produzione di catalizzatori omogenei, eterogenei ed elettrocatalizzatori per sistemi a bassa temperatura (PEM, DAFC) e di materiali e componenti per celle a combustibile ad alta temperatura (SOFC). Oltre allo sviluppo di singoli elementi e materiali, vengono considerate anche attività in grado di portare alla produzione e caratterizzazione di singoli dispositivi di dimensione precompetitiva.
Nel campo dell’accumulo energetico infine, oltre alle attività legate a quello chimico (solar fuels) si annoverano importanti realtà legate ad accumulo termico (materiali a cambiamento di fase, nanofluidi come fluidi vettori, assorbitori termici per alte temperature) e al heating and cooling mentre nel campo dell’accumulo elettrochimico sono sviluppati sistemi elettrochimici alternativi alle batterie al litio. Il riciclo ed il recupero dei materiali di scarto negli “esausti elettronici”, in primis dalle batterie al litio, è un’altra area dove si collocano competenze eccellenti del Dipartimento. Di assoluta eccellenza e con un ruolo di leadership internazionale sono gli studi sul lightingdi nuova generazione a basso costo, larga area, flessibile e integrabile in sistemi intelligenti con elettronica a bordo.
Nel settore dell’energia da biomasse e in particolare nella produzione di biocarburanti, sono previste attività volte a realizzare processi basati su “biomasse su misura” coltivate su terreni marginali e aridi e da scarti di produzione agroalimentare. L’utilizzo di questi materiali insieme all’uso di processi chimici studiati ad hoc, assicura buona qualità e basso costo del biocarburante. Per questo motivo si prevede che particolare rilevanza strategica potranno avere nuovi processi per la preparazione di biodiesel. Notevoli sono anche le competenze sulla produzione di bioidrogeno da parte di batteri estremofili che hanno condotto a brevetti e collaborazioni industriali.
BREVETTI
Rif. CNR 10377 - Method for preparing highly nitrogen-doped mesoporous carbon composites